Una delle frasi che mi fa adirare di più è quella di chi dà per scontato, senza verificare, che la televisione o la stampa siano fonte attendibili: lo ha detto la televisione, è scritto sul giornale, e quindi? Quali garanzie vi sono di veridicità per il piccolo investitore?
Internet per tempo si è posta in alternativa ai mezzi tradizionali, proprio perché dà la possibilità di approfondire e confrontare, ma anche qui vale la regola che non è sempre bene fidarsi acriticamente di internet in materia di finanza personale.
L’idea di scrivere questo post mi è venuta perché la scrittura di un blog come Come Diventare Ricco mi dà un osservatorio privilegiato sul funzionamento di Internet e, anche se ovviamente penso che internet sia uno strumento molto prezioso per cercare informazioni e documentarsi, ultimamente mi soffermo spesso ad analizzarne i limiti, che se conosciuti possono quantomeno essere gestiti.
Cercherò quindi di indicarvi partendo dalla mia esperienza personale alcuni aspetti che fanno si che anche internet non sfugga alle logiche della pubblicità e della manipolazione, nonché della disinformazione.
Innanzitutto partiamo da quello più ovvio, la pubblicità.
La gran parte dei siti vive sulla pubblicità e spesso è abbastanza visibile ed evidente e quindi clicchiamo solo su ciò che ci interessa. Questo però non è sempre vero perché, soprattutto per i meno esperti, essa non è sempre immediatamente individuabile.
Partendo dai risultati delle ricerche su Google, dobbiamo considerare infatti che gli stessi dipendono, almeno per i risultati sponsorizzati, dalla spesa pubblicitaria e quindi i primi risultati che il motore di ricerca ci propone sono a pagamento.
In aggiunta spesso la pubblicità è poco visibile e ben mascherata in articoli che decantano questo o quel servizio.
Io ricevo praticamente tutti i giorni offerte per scrivere articoli su temi e prodotti attinenti al sito.
Nella maggior parte dei casi rifiuto perché non credo in quanto dovrei pubblicizzare, ma mi rendo conto che un sito debba anche fatturare e quindi talvolta possa essere allettante scrivere un post nascondendo al suo interno della pubblicità. La cosa più buffa è che spesso mi propongono pubblicità su prodotti su cui ho espresso il mio parere negativo.
Anche i comparatori, che possono sembrare lo strumento più neutro di confronto, talvolta nascondono delle insidie e restituiscono risultati influenzati da logiche pubblicitarie e di remunerazione.
Poi prendiamo in considerazione i risultati stessi della ricerca e il concetto di SEO, acronimo di Search Engine optimization, ossia ottimizzazione per i motori.
Oggi buona parte del materiale su internet non viene scritto con l’intento di pubblicare qualcosa di interessante, ma con l’intento di avere in primis un buon posizionamento sui motori di ricerca e quindi visite e ricavi. Il risultato è che ai primi posti nei risultati delle ricerche, che solitamente sono quelli che visitiamo, non troviamo i migliori risultati, ma solo quelli di coloro che hanno una maggiore capacità di posizionare un contenuto sul Web.
Questo si traduce in contenuti talvolta di scarsa qualità e in generale in uno scarso pluralismo. Spesso ci si riduce a leggere sempre gli stessi siti, perché sono quelli che meglio sanno posizionarsi per certe parole chiave.
Quali sono le conseguenze per chi cerca informazioni sulla gestione dei propri risparmi?
E tu cosa ne pensi?
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