La parola rischio richiama eventi di cui non conosciamo la possibilità del verificarsi e il possibile impatto.
In tale definizione si può leggere la doppia valenza della parola rischio:
- da una parte quella comune legata alla possibilità che si producano effetti negativi e
- dall’altra una estremamente positiva legata alle opportunità che si creano al verificarsi di taluni eventi.
Ad esempio cambiare lavoro é spesso un rischio a cui possono essere tuttavia associate delle opportunità, quali un incremento retributivo, la crescita professionale et cetera.
Per molti anche eventi estremamente negativi possono trasformarsi in opportunità da sfruttare; per tanti é invece facile arrendersi di fronte a un rischio che si concretizza.
Per quanto tutti abbiamo delle idee piú o meno complete sui rischi che ci riguardano, spesso la sfera personale é però delicata e non é facile porvi adeguato rimedio in termini di prevenzione, protezione, gestione.
In alcuni casi tra l’altro i rischi sono talmente poco graditi che nemmeno si inseriscono nel novero delle possibilità, anche se poi le probabilità di accadimento sono alte. Spesso si scade anche nella scaramanzia e pare che evocare alcuni rischi possa di per sé generare un evento infausto.
Pensate alla possibilità che una relazione finisca e quali conseguenze tale evento può comportare, oppure anche alla perdita del lavoro.
Andiamo per stadi e cerchiamo di descrivere quale dovrebbe essere un corretto e proficuo processo di gestione dei rischi.
IL PROCESSO DI RISK MANAGEMENT
Un processo di risk management classico parte dall’individuazione dei rischi, continua con l’analisi in termini di probabilità di accadimento e possibile impatto e termina con la gestione del rischio, ossia la prevenzione, la protezione, il trasferimento, l’elusione.
Ognuno di noi dovrebbe quindi, in ogni diverso stadio della propria esistenza, cercare di identificare i rischi, comprendere quali siano le possibilità che essi si realizzino e quale sia il possibile impatto e infine cercare di gestire i rischi preparando possibili reazioni agli stessi oppure identificando delle possibili alternative o delle protezioni di qualunque tipo incluso ad esempio gli strumenti assicurativi.
Possiamo iniziare a scrivere su un bel foglio tutti quelli che riteniamo essere i rischi a cui siamo esposti cercando di ricondurli a delle macro categorie (es. rischi patrimoniali/finanziari, rischi salute, rischi personali/relazionali, et cetera). Se avete un nucleo familiare vi consiglierei di estendere l’analisi al nucleo per meglio cogliere come i possibili rischi di un componente della famiglia si possono riverberare o compensare con i rischi degli altri componenti.
Tale analisi dovrebbe essere accompagnata con un ordine di priorità laddove i rischi piú importanti sono quelli probabili e con piú alto impatto qualora si verifichino.
Su tali rischi é importante preparare un piano d’azione e di gestione. Possiamo identificare quali potrebbero essere le azioni da porre in essere in caso un rischio si concretizzi per limitare i danni, analizzare tutte le azioni che possiamo mette in essere per trasformare lo stesso in un’opportunità e infine porre eventuali misure, quali ad esempio l’acquisto di una polizza d’assicurazione, per meglio controbilanciare gli effetti negativi correlati al verificarsi di un evento.
Penso che molti oggi identifichino nel lavoro un rischio reale e concreto, ma non so in quanti abbiano pensato a cosa fare nel caso di perdita di lavoro.
Siamo in grado di svolgere un altro lavoro? Stiamo investendo nell’acquisizione di nuove competenze? Siamo disposti a trasferirci? Abbiamo un patrimonio che ci consente di avere un periodo di relativa tranquillità? Il nostro partner ha un lavoro che ci permetterebbe di compensare la temporanea perdita di un lavoro? Siamo in grado di negoziare una liquidazione per uscire e magari siamo ben contenti di prendermi una pausa?
Il vantaggio di un approccio strutturato e dinamico rispetto alla gestione delle singole emergenze é abbastanza ovvio, ma in ogni caso giova evidenziare che esso permette:
1. l’identificazione di tanti rischi di cui altrimenti non conosceremmo l’esistenza;
2. l’individuazione di come prevenire e se necessario gestire gli stessi;
3. minori costi di gestione del processo;
4. la possibilità di trasformare un rischio in un’opportunità.
Lascia un commento