L’anno nuovo si apre con la modifica della tassazione degli strumenti finanziari applicata grazie alla rivisitazione dell’Imposta di Bollo e con l’introduzione di una nuova tassa di cui si è sempe parlato, ma che finora non aveva trovato applicazione, la Tobin tax.
Di quest’ultima dovremo riparlare non appena verranno promulgati i decreti attuativi, ma in sostanza essa verrà introdotta a marzo ed è un’imposta sulle transazioni finanziarie che mira a limitare le operazioni speculative e prevede tre forme:
- l’imposta dello 0,12% (0,22% se su mercati non ufficiali) sui trasferimenti di proprietà di azioni e strumenti finanziari partecipativi di emittenti residenti in Italia;
- l’imposta sui contratti derivati e sui titoli che abbiano come sottostante le azioni e gli strumenti finanziari partecipativi variabile tra 0,1 e 100 Euro a seconda del nozionale;
- l’imposta sulle «operazioni ad alta frequenza», dello 0,02% delle transazioni annullate o modificate.
Affrontiamo invece la tassazione degli strumenti finanziari e vediamo cosa cambierà nel 2013.
Cosa cambia con l’introduzione della “mini patrimoniale”?
Cliccando il link trovate uno specchietto molto utile pubblicato da Il Sole 24ORE in cui potete trovare sintetizzate le tassazioni applicabili alle rendite di tutti gli strumenti finanziari e l’elenco degli strumenti e le modalità con cui si applica la nuova imposta di bollo.
Nel 2013 sostanzialmente verrà elevata l’imposta di bollo già introdotta nel 2012 , prevedendo un’imposta fissa e proporzionale alla giacenza pari allo 0,15% con il minimo di Euro 34,20.
Per quanto riguarda i conti correnti e i libretti di risparmio non sarà dovuta l’imposta di bollo per giacenze inferiori a Euro 5.000.
Tale esenzione non si applica ai conti deposito che vengono quindi considerati strumenti di investimento e per cui vale il minimo di Euro 34,20 e la tassazione di cui al grafico sottoriportato.
Lascia un commento