Standard & Poors ha declassato gli Stati Uniti eliminando uno dei dubbi che più assillavano i cronisti e un po’ tutti noi.
Il debito pubblico americano è alto, l’economia americana non cresce e permane in una situazione stagnante. L’economia americana non è più quindi più quel modello, che per tanto tempo ha rappresentato.
Analoga situazione in Europa dove prevalgono gli egoismi, piuttosto che un serio approccio comune e dove forse i problemi strutturali sono anche maggiori.
Ma qual è la reale radice dei problemi? Sono forse i cittadini che non hanno più voglia di lavorare, gli Stati spendono più di un tempo, è cambiato qualcosa di fondamentale?
Sono due i fattori importanti di cambiamento che non possono che preoccuparci:
- il baricentro dell’economia si è spostato verso nuovi paesi, che in genere non brillano per democrazia, regole e trasparenza;
- la finanza, con le sue accezioni più negative, ha preso il sopravvento comportando l’opportunità di speculare con enorme doti di capitale su debolezze presunte o reali, che possono essere addirittura indotte e create.
E quindi?
Penso che nel breve termine non si possa che aspettare che passi la buriana, stando alla finestra, dando magari quelle rassicurazioni che i mercati si aspettano e approfittandone per tagliare qualche spesa inutile.
Nel lungo termine bisognerebbe da una parte regolare la finanza, dall’altra investire sulla cooperazione europea per affrontare insieme i problemi reali anche seguendo modelli differenti rispetto a quello anglosassone/americano.
Meno finanza, più economia reale. Più creatività e soluzioni nuove!
e intanto aspettiamo una bella patrimoniale…
Buone vacanze!
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