Mi ha recentemente interessato una conversazione televisiva su quanto sia più che mai opportuno per i giovani rischiare e mettersi in gioco. Era una di quelle conversazioni classiche post dichiarazioni del ministro Fornero sui giovani choosy.
Devo dire che mi ha trovato molto d’accordo e penso che la crisi almeno in questo qualcosa cambierà nell’approccio dei giovani al mondo del lavoro. Non voglio sposare però quella affermazione del ministro un po’ banale e non vera se decontestualizzata, ma soffermarmi su un altro aspetto che caratterizza tutti coloro che si avvicinano al mondo del lavoro: l’ambire a lavorare per grandi multinazionali, piuttosto che per realtà locali o per se stessi.
Questo è un po’ quello a cui ci preparano le grandi business school internazionali, ma anche le piccole università italiane. Non vi è infatti una formazione che esalti quella che è stata la ricchezza culturale del nostro paese fino a vent’anni fa: la capacità di rischiare e guardare al domani con la soddisfazione di aver reato qualcosa di proprio.
Ciò porta all’assenza di giovani imprenditori e alla mancanza di cultura imprenditoriale. Quante aziende finiscono poi – anche per l’assenza di ricambio generazionale – per entrare in grandi gruppi internazionali in cui spesso perdono l’identità. Questa per il paese è un’occasione persa, ma è stata in qualche modo preparata e agevolata dalla cultura che si è diffusa.
Anche nella carriera professionale dell’individuo diventa poi difficile sposare dei progetti differenti, perchè sembra quasi sminuente lavorare per un imprenditore italiano rispetto a una grande corporation internazionale.
Bisognerebbe ribellarsi a questi schemi e sembra che il clima da startup tecnologica/internet possa cambiare almeno parzialmente questo trend e invertire la rotta.
Non è detto che poi sia negativo in assoluto lavorare per una multinazionale, ma voglio solo dire che è sicuramente più appagante cercare di creare il proprio lavoro e contribuire maggiormente allo sviluppo del proprio paese, magari portando con sè l’esperienza acquisita in un grande gruppo
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