Non ho mai voluto fare discorsi politici o fantapolitici su questo blog, ma solo concretamente affrontare temi di finanza personale.
Oggi però vorrei manifestare la mia insoddisfazione per il ruolo perso della politica, laddove ogni scelta è ormai in mano alla finanza o alla petrofinanza.
Anche le scelte di finanza personale ne sono influenzate.
Lo spread vola e poi riscende e solo pochi ne capiscono gli andamenti, le aziende falliscono, la cassaintegrazione e la disoccupazione aumentano, ma gli indici di borsa volano.
Le banche si finanziano all’1% per più di mille miliardi e un povero mutuatario paga uno spread sull’euribor pari ad almeno il 3%. Le aziende fanno fatica a raccogliere nuove risorse e gli invesimenti e le nuove assunzioni scarseggiano.
La benzina sale continuamente e nessuno apparentemente fa nulla.
Forse abbiamo bisogno di ridare vita a un’economia reale basata sulle comunità, sugli scambi e la collaborazione tra persone, anche in ambito finanziario. Perchè chiedere i soldi alle banche, chiediamoli come si è sempre fatto ad amici, parenti, datori di lavoro. Scegliamo delle banche etiche, che investono i profitti nelle comunità in cui vivono. Compriamo prodotti nazionali o meglio ancora locali.
Altrimenti diventeremo sempre più schiavi delle grandi forze sovranazionali che alla fine non faranno che azionare un bel credit default swap o dichiarare la prossima guerra.
interessante politica filosofica, dato il ruolo impersonato attendiamo ricerca su attività 'etiche', green, costruttive etc 🙂