Hai mai sognato di Smettere di Lavorare? Pensi non sia possibile se non quando andrai in pensione? In realtà un modello esiste e Francesco Narmenni l’ospite del sesto episodio di Una Birretta Con, il nostro podcast dedicato alla Finanza Personale, ci ha mostrato una via alternativa per raggiungere questo obiettivo.
Se vuoi ascoltare l’episodio puoi iscriverti al canale YouTube o seguire il Podcast su Spotify, Apple Podcast, Google Podcast. Se vuoi leggere la trascrizione dell’intervista la trovi in questo post.
In questo articolo
Chi è Francesco Narmenni?
Francesco Narmenni è uno scrittore e autore italiano che racconta un modello di vita basato sulla ricerca della felicità nella semplicità e nella libertà dal lavoro e dal denaro.
Lui la chiama Semplicità Volontaria e ne parla da molti anni sul blog Smetteredilavorare.it, grazie al quale Francesco è diventato uno degli autori di Personal Finance più autorevoli nel nostro panorama.
Le sue opinioni dividono perché va decisamente controcorrente.
Sono quindi molti coloro che lo criticano, ma fortunatamente ancora di più i suoi sostenitori e le persone che Francesco ispira.
E’ un content creator apprezzato non solo sul blog e su YouTube, ma anche su Twitch e TikTok.
Ha scritto tre libri (in uscita il quarto) di cui l’ultimo è Ricco solo Risparmiando, tutti editi da Il Punto d’Incontro.
Francesco raccontaci la tua storia
In questo momento della mia vita mi sto dedicando molto alla scrittura, cosa che amo fare ed a cui dedico la maggior parte del tempo.
Certamente le live e YouTube sono attività che mi piacciono ma preferisco scrivere perché trovo i libri meno volatili dei video online e permettono un approfondimento maggiore.
Ho lavorato nel campo dell’informatica bancaria e sanitaria per molti anni in diverse città italiane tra cui: Bologna, Roma, Milano, Brescia, Parma.
La definisco una vita normale, stavo via di casa tutta la settimana per tornare a casa in Trentino il venerdì.
L’albergo, il ristorante ed i mezzi spesso erano pagati dall’azienda per cui lavoravo.
Molti questa la definirebbero una vita privilegiata.
Si assolutamente, ho raggiunto quello che molte persone definirebbero come uno stile di vita di buon livello, un buono stipendio, poche spese, possibilità di carriera ecc..
Tuttavia ho sempre trovato il lavoro del programmatore abbastanza stressante ed alienante.
Ti capita di metterti le cuffie la mattina ed estraniarti fino a sera.
In quel contesto di stress mi posi questa domanda:
Com’è possibile che nonostante questo livello di benessere io mi senta infelice?
Ci ho messo un po’ a capirlo, all’inizio al pensiero di avere tutto e di non essere felice mi chiedevo se fossi depresso, ma riflettendoci ho capito che ciò mi rendeva infelice era la mancanza di libertà.
Avere orari prestabiliti ed immutabili, essere costretto a stare per molte ore in un luogo in cui altrimenti non sarei stato con colleghi scelti da qualcun altro, rincorrendo scadenze e spesso perdendo la cognizione del tempo.
La programmazione mi piace, ma a quelle condizioni mi sentivo mancare la libertà.
Allora mi chiesi: Come liberarmi da questa condizione? E’ possibile lavorare meno o vivere senza lavorare?
La soluzione che tipicamente viene in mente è fare un sacco di soldi.
Ho fatto due conti e mi sono reso conto che non mi sarebbe bastato nemmeno un milione di Euro.
Arrivare a quella cifra così alta è possibile solo se si è particolarmente brillanti, fortunati o se si è disposti a fare molti sacrifici.
Al tempo era difficile trovare qualcuno che avesse fatto una scelta di questo tipo senza pensare ad accumulare denaro.
Riflettendoci in modo opposto, se non avessi avuto più bisogno di denaro, banalmente non avrei dovuto lavorare.
Mi sono preso un’aspettativa in occasione della nascita del primo figlio per provare a vivere un anno sabbatico con pochissimo, rinunciando a tutto il superfluo.
Sono sempre stato molto portato al Risparmio anche quando lavoravo, quindi non è stato un vero shock.
Nel tuo caso quindi non si è trattata di una scelta radicale
No, per molti anni ho lavorato e risparmiato molto.
Volevo sperimentare se potessimo vivere, io e la mia famiglia, con 500 € al mese.
Non lavorando la prima cosa che ho tagliato sono ovviamente stati i costi di trasporto e cibo fuori.
Ho potuto anche sfruttare meglio il mio tempo, comprando meno cibi precotti e cucinando di più.
Con abbastanza tempo puoi autoprodurre molte cose, ad esempio il calore andando a raccogliere la legna nei boschi.
Ho costruito un impianto fotovoltaico con cui ho reso casa indipendente dal punto di vista energetico e guadagnare qualcosa da quanta energia extra produco, al momento guadagno circa 900 € annui grazie all’energia, cifra con cui copro anche le altre bollette.
Quando capii che potevo davvero vivere con così poco decisi di dedicare più tempo al blog, anch’esso fonte di entrate grazie alla pubblicità.
Mi sono licenziato ed all’inizio guadagnavo appena quello che mi serviva per vivere, con l’aumentare della fama ed iniziando a vendere libri risolsi questa condizione di precarietà.
Hai continuato nonostante ciò a vivere con poco per scelta, piuttosto che per sfida personale?
Si. Ho capito che smettere di lavorare non significa smettere di guadagnare, all’inizio le entrate sono poche e magari coprono solo le più ovvie necessità.
A fare la differenza è lo stile di vita, quello ti permette di poter dire ad un cliente “No”, sentirti libero di passare poche ore davanti al computer, concederti una passeggiata nel bosco.
Continuo a vivere con molto poco, le scarpe con cui vado a correre sono bucate.
Quello che sto accumulando adesso sentendomi libero un giorno andrà ai miei figli, che potranno anch’essi vivere nella libertà.
Ci hai raccontato che nelle prime fasi di questo cambiamento hai avuto momenti di sconforto, ti sei sentito giudicato?
Gli ex colleghi seppero del blog mentre lavoravo quindi i rapporti si allentarono già allora e questo mi ha spinto a licenziarmi più in fretta.
Gli amici d’infanzia hanno sempre conosciuto questa mia propensione al risparmio, diciamo che nei loro confronti è stato più un allontanamento “fisico” per via del mio uscire meno.
In ogni caso quello che faccio non è facile, spesso ricevo commenti e osservazioni spiacevoli.
Perdere i legami non è indolore, di contro ti accorgi di chi ti è davvero vicino e ti capisce, di quali sono i rapporti davvero profondi e quali di comodo.
Le persone con cui ancora mi vedo e con cui vado in montagna sono per lo più persone che mi capiscono davvero e la pensano come me.
E’ una scelta di vita complessa da spiegare e facile da fraintendere, molte persone si allontanano piuttosto che parlarne.
Qui in Trentino gli inverni sono lunghi e rigidi e la solitudine si sente.
All’inizio non avere nessun capo a cui dare retta al mattino, mettersi a guardare la neve che cade senza dover spalare per andare a lavorare e magari farsi una passeggiata, ti da un senso di libertà molto forte.
Dopo un po’ però ti accorgi di essere solo poiché tutti sono a lavoro e tenere occupato il tempo è fondamentale.
A volte prendo il telefono e vado nel bosco mentre sono in live su Twitch, è un modo per avere la vicinanza con altre persone e sentire meno la solitudine.
Stare con se stessi fa riflettere e ci si pongono tante domande…
Qualunque scelta farai nella vita ti porrai delle domande, la solitudine ti ci fa pensare di più e ci vuole un certo equilibrio mentale.
Quando produci e consumi tutto il giorno hai meno tempo per pensare, ma arriverà il punto in cui ti chiederai cosa hai fatto della tua vita e cosa avresti potuto fare.
Allora il tempo per fare ciò che ti piace potrebbe essere passato e tu non avere più le forze per vivere tutte le esperienze che avresti voluto.
Io sono felice della mia vita e delle scelte che ho fatto: Vivo a Milano, corro, mi alzo alle 6. Mi piace l’aperitivo, la cena stellata e l’adrenalina.
Nel momento in cui senti di essere felice per quello che fai non c’è nulla di sbagliato, bisogna trovare il proprio equilibrio e chiedersi se le scelte fatte portano o meno alla felicità.
Cosa consiglieresti ad un giovane che ha appena iniziato a lavorare?
Quando si è giovani è difficile capire quello che si vuole, quando ero ragazzo iniziai a capire quello che volevo nella vita solo lavorando.
Ipotizzando che un ragazzo sia affascinato dalla vita frugale nella natura, gli consiglierei di iniziare molto presto a lavorare, risparmiare ed investire.
Una seconda attività per arrotondare può aiutare.
A 30 anni quando ha accumulato un malloppo allora può scegliere se investirlo per avere una piccola entrata, continuare a lavorare per accumulare, girare il mondo fare il travel blogger o fare volontariato, è una scelta personale.
Avere dei figli ti ha cambiato? Come hai spiegato loro il tuo stile di vita?
Ho due figli, un maschio di 5 e una femmina di 9 anni.
Ho spiegato a mia figlia proprio in questi giorni che all’inizio pensi a te stesso e poi agli altri, all’arrivo dei figli pensi prima ai figli e poi, forse, a te stesso.
Le amiche di mia figlia hanno già il cellulare e lei si sente tagliata fuori, non penso sia un età corretta per avere il telefono.
Arriverà quell’età in cui tutti avranno motorino, auto, vestiti alla moda, penso che lo scontro generazionale e di principi sia inevitabile.
Ci sono genitori con figli dell’età dei miei che hanno i miei stessi principi con cui andiamo in montagna ed in vacanze molto frugali.
Circondarsi di persone che la pensano come te con figli e far socializzare i pargoli può aiutare.
Anche bazzicare su Twitch e Youtube penso aiuti a ridurre il gap generazionale tra i BOOMER ed i giovani d’oggi.
Sempre parlando di giovani, molti si sono buttati nella finanza personale sia su YouTube che su Twitch. Cosa ne pensi?
La nostra generazione non è abituata a pensare al denaro come ad un mezzo per generare altro denaro, semplicemente lo vede come una spesa.
L’idea che la ricchezza sia la quantità di beni materiali che ti puoi permettere è profondamente radicata nella nostra società ed è agghiacciante.
Quando vedi la ricchezza come la quantità di soldi che sei in grado di generare con quelli che hai capisci il valore del risparmio.
Il mondo degli investimenti è pieno di furbetti, ma è un’opportunità incredibile per i giovani d’oggi che hanno a disposizione molti più strumenti e informazioni di quante ne avessimo noi alla loro età.
Come mai hai sempre rifiutato la Televisione?
Ci sono due motivi.
Innanzitutto perché per la mia generazione la televisione è sempre stato il mezzo di controllo di massa principale.
Poi oggi non viene più guardata dai giovani ed è un mezzo che finirà quindi per morire se non si rinnoverà.
Ma noi conoscevamo i jingle pubblicitari a memoria e ne venivamo influenzati pesantemente.
La televisione vive di storie e se tu porti la tua storia contribuisci al mantenimento di questo mezzo.
Se invece tutti smettessero di andarci questo mezzo morirebbe.
Secondo me sarebbe stato intellettualmente disonesto andarci e quindi ho deciso di non prestarmi alla televisione.
Sui Social invece è molto diverso.
Hai pieno controllo della tua comunicazione, hai un tuo pubblico, costruisci nel tempo una community con dei valori condivisi.
In televisione hai 5 minuti una volta ogni tanto per portare il tuo messaggio.
Cosa sei riuscito a cambiare nel mondo intorno a te?
Non sono grandi cambiamenti da un punto di vista numerico.
Raggiungo circa 1 milione di persone al mese e ricevo fino a 50 messaggi al giorno.
Ci sono almeno 2 o 3 persone al giorno che mi scrivono mi hai aiutato, hai cambiato il mio punto di vista, qualcuno addirittura la vita.
C’è un bell’impatto, ho un’influenza importante da cui deriva molta responsabilità e ansia.
E’ un impatto che dal punto di vista reale si vede poco perché per quanto sia facile capire che esiste un modo di vivere differente l’attuazione è davvero complicata.
Delle 50 persone che mi scrivono ogni giorno, magari solo una fa davvero qualcosa.
Quale ruolo vedi per lo Stato? Credi che il cambiamento parta dall’individuo o che lo Stato possa davvero fare qualcosa per migliorare?
Ho cambiato molte volte idea su questo tema che è molto complicato.
Da una parte c’è grande sfiducia verso le istituzioni che hanno dimostrato di non essere in grado di generare crescita e sono spesso incapaci di governare.
Negli ultimi 20 anni non c’è stato alcun governo che non abbia incentivato la spesa per le armi, mentre nel frattempo l’economia andava sempre peggio.
La nostra classe politica si è dimostrata molto inadatta e la scarsa durata dei governi sicuramente non ha aiutato.
Dall’altra parte sono convinto che lo Stato serva e che la nostra Costituzione sia davvero meravigliosa, portando dei valori universali e proteggendoci da noi stessi.
Sarebbe necessario qualcuno che arrivando al potere portasse dei valori differenti.
Se ci fosse un progetto legato alla Decrescita potrebbe essere interessante anche se anche il progetto dei 5 stelle dimostra che certi valori una volta arrivati nelle istituzioni si scontrano con una macchina burocratica che è difficile da scalfire
Quindi mi sono convinto che il primo cambiamento possibile sia quello individuale, in cui cambi te stesso nella speranza che quanto fai tu te stesso possa aiutare a cambiare chi ti circonda.
Portare un cambiamento radicale, forte da un punto di vista politico è molto difficile portare le proprie idee senza finire vittima di un tweet.
Che fine ha fatto il Manifesto della Semplicità Volontaria?
Quel progetto è ancora vivo, il manifesto è scaricabile online.
Il mio obiettivo è quello di trasformarlo in un libro che lo incarni completamente e che sarà distribuito nelle librerie.
L’ho tenuto fermo causa pandemia e anche perché si è accavallato con il mio nuovo libro.
Ci sono rimasto un po’ male perché quando ho scritto il manifesto ho cercato di coinvolgere altri rappresentanti che cercano di portare avanti idee simili alle mie.
Mi sono accorto che forse ognuno guarda al suo orticello, pensa a se stesso.
Risparmiando tanto sei riuscito ad investire tanto, quali sono i tuoi investimenti?
Ho un feticismo per l’Immobiliare, amo vedere appartamenti e lo faccio ogni volta che posso.
Io e mia moglie abbiamo risparmiato moltissimo per anni e ad un certo punto ci siamo trovati un malloppo di 300/350.000€, quando ci siamo sposati la provincia dava fondi a chi si trasferiva lì e costruiva casa, ne abbiamo ovviamente approfittato.
Negli anni abbiamo continuato ad investire, anni fa le obbligazioni e i titoli di stato rendevano meglio.
Ho investito anche in ETF, ma ho capito che l’immobiliare fa per me e preferisco gestire in prima persona l’investimento.
Ho poi guadagnato parecchio con le crypto che non ho mai comprato ma che ho ricevuto per dei lavori fatti.
Sull’immobiliare c’è tanta disinformazione, bisogna avere tanta pazienza e cercare l’immobile giusto, inoltre le ristrutturazioni oggigiorno ti permettono di avere delle detrazioni importanti.
Per rischiare meno con l’inquilino si può comprare in zona turistica, affittare a studenti o a società che a loro volta affittano.
I mutui oggi hanno dei tassi davvero bassi e dopo 5 anni dall’acquisto della prima casa la puoi rivendere in profitto o mettere a rendita.
Hai mai pensato di fare un corso, considerando tutto quello che sai?
E’ una questione di principio, la libertà che ho ora dipende anche dal fatto che ho pochi soldi, quando inizi a guadagnare poi vuoi sempre di più è naturale, a quel punto diventi schiavo delle scadenze.
Quando inizi ad avere tanti rapporti di collaborazione ti ritrovi anche a dover dare riscontro alle aspettative altrui.
Per scelta cerco di stare sulla soglia del “sto guadagnando abbastanza, cresco, ma non troppo”.
Ho rifiutato proposte di collaborazione e interviste anche ben pagate, incredibile che in molti pensano che giri tutto intorno al denaro.
I tuoi libri ed i tuoi articoli sono davvero ben scritti. Raccontaci del tuo processo creativo.
Purtroppo i libri sono passati dall’essere un veicolo di cultura ad essere un modo per monetizzare, oggi influencer, politici e comici scrivono o lasciano che altri per loro scrivano per fare soldi anziché diffondere il sapere.
Ci tengo particolarmente che i miei libri siano curati, con una bella forma e dopo aver consultato fonti affidabili.
Alla casa editrice li consegno praticamente già pronti.
Mia madre mi ha insegnato a scrivere e ha sempre avuto questa capacità innata di aiutarmi.
Le storie più belle ti portano in un percorso di crescita in cui migliori anche come persona.
Ci riveli di cosa parlerà il tuo prossimo libro?
Giusto un accenno perché in passato sono stato copiato.
Sto scrivendo un libro su come liberarsi dal sistema in modo libero a 360 gradi.
Il sistema, inteso come società, potere politico e potere economico, ci vincola, ci sono tecniche pratiche per uscire dal sistema e rimanere libero.
Come hai vissuto la pandemia, fino ad ora?
Vivendo piuttosto isolato ho goduto di molte libertà, difficile che si creino assembramenti se vai a correre nel bosco al mattino alle 5.
I miei figli l’hanno sofferta di più, nonostante il contesto del paesino con il giardino abbia aiutato.
Ho capito che per molti lasciare il lavoro a tempo indeterminato sarebbe drammatico, molti hanno bisogno di darsi da fare ed avere obiettivi.
Bisogna sostituire le passioni al lavoro in modo lento e graduale, sono già usciti studi che discutono di danni psicologici alle persone in periodo di pandemia.
Chiedo sempre agli ospiti se hanno libri, podcast, film, gruppi musicali che consigliano
Consiglio di leggere il potere di adesso di Eckart Tolle parla di come distaccare il pensiero dal passato e dal futuro per concentrarsi davvero sul presente, lo trovo un libro rivelatorio.
Musicalmente mi appassiona l’indie, consiglio: I Ministri , Fast Animals and Slow Kids, Ariete, Gomma, Deftones, Erica Mou, Vasco Brondi, Clavdio.
Appassiona anche me quindi in termini musicali abbiamo sicuramente qualcosa in comune con Francesco la cui intervista mi ha davvero ispirato e fatto riflettere sul denaro, la libertà e l’importanza delle piccole azioni per migliorare tutto ciò ce ci sta intorno.
Grazie Francesco!
Fammi sapere cosa ne pensi nei commenti e mi raccomando non ti dimenticare di iscriverti alla mia Newsletter gratuita, e di seguirmi su Facebook, Instagram, YouTube (iscriviti al canale), e Telegram.
Lascia un commento