Parlo spesso dei rischi del P2P Lending. Sento infatti forte il dovere di mettere in guardia i miei lettori dalla possibilità di perdere tutto quanto investito su queste piattaforme di investimento.

Purtroppo noto che non tutta l’informazione finanziaria lo fa, a volte per ignoranza, spesso per interesse.
E’ infatti vero che molti di coloro che scrivono di finanza personale non ne hanno sempre i mezzi e le conoscenze.
In altri casi trattano l’argomento in maniera superficiale senza rendersi conto che per alcuni i soldi investite in queste piattaforme sono frutto di sacrifici.
Il problema della comunicazione online è che tutti possono esprimere il loro parere e che fino a prova contraria tutti hanno ragione in egual misura.
Ascolto alcuni Youtuber – in alcuni casi bravi e anche competenti – che nei loro canali parlano di finanza e hanno un grande seguito.

Anche quelli meno esperti sono molto bravi da un punto di vista comunicativo, ma non capiscono nulla di investimenti.
Accostano ETF, Crypto, Bondora, Trading, investimento immobiliare come se fossero davvero degli investimenti comparabili e alla portata di tutti.
Io consiglio di ascoltarli ma sempre di approfondire e non farsi mai prendere dalla foga di investire.
Non esistono opportunità che stanno scappando e se qualcuno vi dice il contrario probabilmente è in mala fede.
Non dimenticarti mai che spesso dietro ad un articolo di un blog o un video online vi è una forma di affiliazione e quindi di guadagno per chi produce il contenuto.
Questo tema è di particolare attualità visto quanto occorso alla piattaforma estone Kuetzal, ora in grave difficoltà e a fortissimo rischio chiusura dopo le criticità emerse con il progetto Alborg Petrol.
Alborg Petrol è il primo grande scandalo nell’industria che consiste in un prestito di 850.000 Euro a una società sostanzialmente inesistente.
Questo caso ha portato a galla tutti i problemi di una piattaforma opaca, con un management non all’altezza, una selezione dei progetti non adeguata e una proprietà non chiara.
Insieme ai problemi di Kuetzal sono emerse tante perplessità su altre piattaforme tra cui Envestio e FastInvest.
Se volete approfondire vi consiglio di seguire l’account Twitter di Roasted PeerDuck che per primo ha lanciato i dubbi su Kuetzal poi ottimamente ripresi da ExploreP2P e Financiallyfree.eu di Jorgen Wolf.
Per quanto riguarda Envestio bisogna precisare che i dubbi riguardano diversi aspetti tra cui il nuovo CEO, la recente vendita della società e la qualità di alcuni progetti.
Ma andiamo in ordine e vediamo perché il P2P Lending, soprattutto per quanto riguarda le piattaforme estere, è una classe d’investimento ad alto rischio.
In questo articolo
#1 – Il P2P Lending è un’industria appena nata
Se segui anche tu il mondo del peer to peer lending sai benissimo che ogni mese nasce una nuova piattaforma, da tutti (me compreso) osannata come la nuova rivelazione.
In un’industria appena nata è facile introdurre novità, nuove funzionalità e quindi innovare in maniera anche radicale il settore.
La verità e che la gran parte delle piattaforme sono davvero piccole e fragili.
Non hanno alle spalle grandi fondi o azionisti che possano davvero supportarne la crescita.
E’ quindi alto il rischio di non riuscire a sostenere finanziariamente l’esplosione di utenti, progetti e costi fissi.
Molti operatori potrebbero commettere qualche errore di gioventù in vari ambiti: selezione di collaboratori, protezione dei nostri dati da attacco cyber, selezione delle opportunità, et cetera.
E’ evidente che assisteremo ad un processo di aggregazione tra piattaforme e che quelle più piccole siano destinate a non perdurare nel tempo.
Il fatto che l’industria sia relativamente nuova porta con sé il problema più rilevante che io al momento vedo: ossia la mancanza di una regolamentazione.
#2 – Manca una regolamentazione ed enti di controllo
Ovviamente non parlo dell’Italia dove la regolamentazione è stringente e c’è una separazione netta tra capitali della piattaforma e capitali dei prestatori, ma delle piattaforme estere e soprattutto delle piattaforme baltiche.
Infatti questi operatori godono di ampia discrezionalità e libertà nell’operare.
Questo, da una parte è un aspetto positivo che consente lo sviluppo delle piattaforme, la loro crescita repentina e l’introduzione di nuove funzionalità.
Dall’altra è evidentemente il principale motivo per cui non è possibile comparare questa classe di investimento con altre forme di investimento.
E’ anche la ragione per cui è molto facile che:
- ci siano delle truffe associate ad alcuni operatori di P2P;
- i soldi dei prestatori vengano utilizzati per far crescere la piattaforma o addirittura distratti;
- nelle piattaforme confluiscano capitali non leciti.
#3 – I progetti di P2P Lending sono ad alto rendimento e altissimo rischio
Tutti siamo contenti del fatto che le piattaforme di P2P offrono rendimenti molto importanti, in media superiori a tantissimi altre tipologie di investimento.
Questo maggior rendimento è strettamente correlato a una maggiore rischiosità dei debitori e delle società che vengono finanziate sulle piattaforme.
L’obiezione classica è che approdano a questi strumenti i progetti o le persone che con più difficoltà accedono al credito tradizionale.
Questo è quasi sempre vero ma ciò non toglie che alcuni progetti siano comunque meritevoli di attenzione.
#4 – Mancano le informazioni per una scelta consapevole
Uno degli aspetti più importanti nell’informazione finanziaria è la trasparenza.
Ad oggi possiamo dire che è assente nella gran parte delle piattaforme.
Parlo sia di informazioni generali sui progetti che spesso non sono esaustive, che di informazioni sulla piattaforma.
Non è sempre chiaro chi siano i soci delle piattaforme, quanto guadagnino, in quale forma lo facciano.
Non tutte pubblicano il proprio bilancio annuale e comunicano i dati sulla raccolta di nuovo denaro.
Questo aspetta si ricollega alla mancanza di regolamentazione e di controllo e non può essere certo lasciato alla libera scelta delle piattaforme.
Sono certo che su questo aspetta si possa lavorare e che le piattaforme leader debbano tracciare la linea per non porre discredito sull’intera industria.
#5 – Non è detto che l’industria del P2P Lending possa resistere ad uno scandalo o a una crisi finanziaria
Dietro l’angolo dopo un decennio piuttosto florido c’è la possibilità di un rallentamento dell’economia.
Non è chiaro quale potrebbe essere l’impatto su un’industria nata pochi anni fa.
Ovviamente le piattaforme più grandi potrebbero avere la struttura per gestire al meglio questa evenienza e forse hanno anche elaborato dei piani d’emergenza.
Invece le piattaforme più piccole, sono pronte a gestire una possibile crisi?
Hanno dei business continuity plan in essere o consulenti e consulenti pronte a supportarle?
Cosa fare per gestire al meglio i rischi?
Nell’ultimo periodo si stanno addensando delle strane nubi sul mercato del crowdlending.
La crisi di Kuetzal e quella possibile di altre piattaforme minori deve imporci una riflessione e una strategia di gestione dei rischi del nostro portafoglio.
Io consiglio di non rischiare mai più del 5/10% del proprio patrimonio nel P2P.
Questa percentuale è variabile in funzione dell’età, della propensione al rischio e della dimensione del patrimonio.
Io attualmente sono circa al 10% ma vorrei decisamente ridurre la percentuale al massimo al 7%.
Seconda regola d’oro è quella di differenziare tra più piattaforme e tipologia di piattaforma.
Esistono infatti marketplace dedicati al real estate, ai prestiti personali e a quelli alle aziende.
Può essere un’alternativa dividere in parte equa i propri soldi e scegliere almeno una piattaforma per tipologia.
Infine ti consiglio di evitare il rischio di cambio, concentrandoti sui soli prestiti in euro, evitando di aggiungere una inutile complicazione ad una area di investimento già complessa.
Conclusioni
Penso che l’investitore in P2P Lending debba essere consapevole del rischio di perdere tutto in qualunque momento.
Ovviamente non penso che tutte le piattaforme possano chiudere contemporaneamente ed è per questo che con attenzione riusciremo a guadagnare nel medio termine.
Non voglio però ignorare che singoli progetti o piattaforme possano fallire e portare con sé i nostri soldi.
Non mi concentrerei solo su quelle più piccole ed eviterei di investire tutto su una singola piattaforma per quanto affermata.
Ti consiglio di non innamorarti mai e ragionare sempre in un’ottica critica, senza temere che l’investimento della vita possa sfuggirti davanti.
Mi raccomando, lascia stare quello che dicono gli altri e formati sempre una tua opinione.
La regola n.1 di ogni investimento è infatti sempre quella di investire solo in ciò che si conosce e si capisce.
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