Negli ultimi anni gli indici hanno corso molto e ancora di più lo hanno fatto certi titoli e alcuni asset. Molti (spero che anche tu sia uno di questi) si godono il frutto delle loro scelte, pensando di aver avuto ragione, ma quando si opera sui mercati si può avere ragione per i motivi sbagliati e torto per i motivi giusti. La verità è che la gestione attiva ha regalato a molti risultati stratosferici mettendo in dubbio la regola secondo cui sia preferibile una gestione passiva per i propri investimenti. In questo articolo metteremo a confronto la Gestione Attiva e la Gestione Passiva per scoprire quale sia più adatta a te.

Qualche tempo fa ho iniziato un piccolo esperimento azionario e in poco tempo ho raggiunto una performance del 50%.
Dopo il risultato iniziale ho deciso però di mollare. Non l’ho fatto perché pensavo che questa fase di euforia si fosse esaurita.
Tuttavia per me l’investimento diretto in titoli è un’attività molto coinvolgente emotivamente e che mi fa perdere molto tempo.
Mi sono quindi accontentato della performance ottenuta e sono tornato ad una gestione semi-passiva dei miei investimenti.
E l’ho fatto anche con un po’ di rammarico perché, in questi anni, c’è chi, grazie ad una gestione attiva, ha raggiunto performance davvero strabilianti.
Ci sono i ragazzi di WallstreetBets e la loro famosa scommessa su Game Stop.
C’è chi ha investito su Tesla e chi invece ha creduto nelle criptovalute quando i riflettori erano puntati altrove.
Vi è infine il caso di un anonima rosticceria del New Jersey, che è arrivata a valere 100 Milioni di Dollari con un fatturato di appena 14.000 Dollari nel 2020.
Insomma, in questi anni, la gestione attiva ha permesso in genere di ottenere risultati superiori a una gestione puramente passiva, basata cioè sulla replica dei principali indici.
E i nuovi investitori, che si sono convinti di poter fare stabilmente meglio del mercato, difficilmente cambieranno la loro opinione in futuro.
C’è poi da considerare che, a differenza di fasi analoghe già vissute dal mercato, oggi questi investitori sono tantissimi e possono operare facilmente sulle borse mondiali grazie a delle piattaforme online e a basso costo.
E’ nata forse una nuova generazione di investitori attivi che condizionerà il mercato nell’immediato e il cui comportamento futuro dipenderà in gran parte dai risultati dei mercati nel breve periodo.
Ma andiamo a vedere quali sono i pro e i contro di una gestione attiva e passiva dei propri investimenti
In questo articolo
Cosa è la Gestione Attiva?
La gestione attiva consiste nella costruzione di un portafoglio in cui i titoli o i singoli asset vengono selezionati singolarmente.
Si parla di gestione attiva nel caso di Fondi comuni di Investimento in cui un gestore decide di investire in un determinato mercato, cercando di battere un certo benchmark preso a riferimento.
Si può tuttavia parlare di gestione attiva anche nel caso di portafogli costruiti in autonomia dai singoli investitori.
In ogni caso, l’obiettivo resta quello di battere il mercato e di sfruttare le fluttuazioni dei prezzi anche nel breve termine.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi della Gestione Attiva?
La Gestione Attiva, prima dell’introduzione e la massiccia diffusione di alcuni strumenti che permettono di replicare gli indici, era l’unica modalità conosciuta di operatività sui mercati.
L’investitore classico infatti comprava singole azioni o si affidava ai prodotti offerti dalle Banche, come i Fondi comuni di Investimento.
Di base la gestione attiva dà un ruolo centrale all’investitore, che è chiamato a scegliere i singoli titoli o i migliori gestori.
Tuttavia, in termini di rendimenti, spesso non è efficiente.
Infatti, per quanto il gestore possa essere capace, l’extra-rendimento da lui ottenuto viene assorbito nella gran parte dei casi dai costi di gestione e di negoziazione.
La gestione attiva ha generalmente un costo alto molto alto.
Esso deriva dal costo delle singole operazioni di acquisto e vendita e, nel caso dei Fondi, dal costo di gestione applicato dalle società di Gestione.
Una volta detratti questi costi, la gran parte dei Fondi Comuni ha dei rendimenti inferiori a quelli del mercato in generale.
Questo tralasciando il fatto che non è facile individuare gestori che riescano a ottenere risultati sopra il benchmark di mercato nel lungo periodo.
Se invece consideri i portafogli attivi dei singoli investitori, sono davvero pochi quelli che riescono a battere il mercato sul lungo periodo e a resistere durante i cali prolungati.
Questo nonostante sia fortunatamente sceso negli anni l’impatto dei costi di negoziazione sul rendimento ottenuto.
Oggi infatti qualunque investitore può utilizzare piattaforme con costi bassi per acquistare e vendere strumenti finanziari.
Dobbiamo però dire che la gestione attiva può dare anche risultati eccezionali, in fase determinate del mercato o puntando su settori o singoli titoli che registrano performance superiori a quelle del mercato.
Cosa è la Gestione Passiva?
La Gestione Passiva è una modalità di investimento che non comporta un impegno attivo da parte dell’investitore.
In questo caso ci si può infatti limitare a comprare titoli o strumenti idonei a replicare un intero indice.
Esempi classici di investimenti a gestione passiva sono gli ETF che permettono di replicare l’intero indice di Borsa Italiana, l’S&P500 o l’intera economia mondiale.
Chi sceglie una gestione passiva ha solitamente un orizzonte temporale di lungo periodo e ritiene che nel lungo periodo i mercati siano destinati a salire.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi della Gestione Passiva?
La preferenza della gestione passiva sulla gestione attiva si basa su risultati storici.
Le evidenze empiriche dimostrano che, grazie soprattutto ai bassi costi dei fondi passivi, è possibile ottenere un miglior apprezzamento del proprio capitale replicando semplicemente degli indici.
Non è quindi necessario selezionare un gestore o singole azioni in cui investire.
I detrattori della gestione passiva argomenteranno che ricorrendo alla gestione passiva si possano perdere grandi opportunità di investimento.
L’investitore passivo tenderà infatti ad avere un portafoglio concentrato su alcuni titoli principali, tralasciando i titoli minori e le performance conseguibili nei singoli settori.
Un vantaggio spesso non considerato, ma per quanto mi riguarda altrettanto valido, riguarda poi il tempo e l’emotività.
Se vuoi gestire attivamente i tuoi soldi dovrai infatti impiegare del tempo e sarai emotivamente coinvolto ad ogni rialzo o crollo dei mercati.
Con la gestione passiva non dovrai far altro che guardare alle tue performance, decidendo, semplicemente, se e quanto investire.
La scelta tra gestione attiva e passiva
Devo dire che la risposta più classica che si dà alla dicotomia tra gestione attiva e passiva è quella di prediligere la gestione passiva.
Per la gran parte degli investitori infatti la scelta della gestione passiva è, senza alcun dubbio, la miglior scelta.
Questo soprattutto se per gestione attiva si intende affidarsi ad una casa di gestione, che carica sugli investitori costi elevati.
Considera che tali commissioni possono arrivare anche al 2,5% annuale di quanto investito (cfr. Il costo dei Fondi comuni in Italia – Studio Consob).
Una scelta più efficiente è quella di scegliere strumenti semplici come gli ETF che puntano a replicare un indice magari globale.
Oggi la sofisticazione in questo ambito è cresciuta in maniera smisurata ed esistono anche prodotti, come gli ETF Lifestrategy di Vanguard, che permettono di costruire con un singolo strumento anche un portafoglio totalmente passivo già equilibrato e bilanciato tra azioni e obbligazioni.
Voglio precisare che comprare ETF non equivale però automaticamente ad avere una gestione passiva dei propri investimenti.
Non si può infatti parlare di gestione passiva quando si introducono nel proprio portafoglio ETF settoriali o legati ad esempio ai megatrend.
Viene meno la gestione passiva anche quando si sceglie di avere un ruolo attivo comprando o vendendo a seconda delle proprie previsioni del mercato.
Anche per questo una gestione puramente passiva è veramente difficile da mantenere, almeno per chi ha un certo interesse nei mercati e per chi vuole cercare di ottenere qualche rendimento extra.
Per molti quindi può essere un buon compromesso quello di mantenere una gestione passiva per quanto possibile, allocando una (piccola) percentuale del proprio capitale alla gestione attiva.
Gestione attiva che potrà essere fatta sia ricercando gestori eccezionali (ne conosci qualcuno?), sia investendo in singole azioni e strumenti finanziari in genere.
Non posso infatti negare che ci sia anche una soddisfazione immensa nel poter battere i mercati e nel coltivare l’illusione di riuscire a dominare Mr Market.
Operazione comunque difficilissima, ma non impossibile almeno in alcuni periodi come dimostrano le performance degli investitori odierni.
Se sei arrivato fino a qui e vuoi capire come migliorare la gestione delle tue finanze, leggi la mia guida alla Finanza Personale.
Fammi sapere cosa ne pensi nei commenti e quale è il tuo approccio ai mercati.
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