L’equity crowdfunding è da qualche tempo una realtà anche in Italia, grazie ad un numero crescente di piattaforme tra cui spicca CrowdFundMe.
Ci sono tante altre piattaforme valide tra cui segnalo Mamacrowd, Wearestarting, Starsup di cui magari parlerò in qualche articolo futuro.
Oggi ti voglio parlare però di CrowdFundMe perché è prima in Italia per numero di utenti ed è in fase di quotazione sull’AIM di Borsa Italiana.
Devo dire che sono sempre stato un po’ scettico sul fenomeno e l’unica piattaforma su cui ad oggi investo è la britannica Crowdcube, grazie a cui sono diventato azionista di Housers ed Oval.
Potrai leggere le mie note critiche nell’articolo, ma penso che sia molto bello pensare di poter diventare socio di un’azienda in fase di nascita e che se fatto nel modo giusto l’investimento in start up possa essere molto interessante.
Soprattutto se come me hai studiato economia e se per lavoro non ti occupi di strategia, è molto interessante leggere business plan, bilanci e ipotesi di crescita e valutazione.
Peraltro anche io ho accarezzato per qualche tempo l’idea di costruire una mia start-up e mi sento molto vicino a quelle imprese che cercano di passare “From Zero to One”e cercano di raccogliere la fiducia dei possibili investitori.
Ma entriamo subito nel merito della piattaforma e dell’investimento in start-up tramite lo strumento dell’equity crowdfunding.
In questo articolo
Cosa è l’equity crowdfunding?
L’equity crowdfunding non ha un termine equivalente in italiano, ma potremmo definirlo come investimento collettivo.
E’ il modo grazie al quale chi ha un’idea o un business già avviato lo sottopone a degli investitori.
Tali soggetti possono decidere di supportare l’idea o nel caso dell’equity crowdfunding di investire nella stessa diventando soci del promotore e a fronte di un investimento di denaro di ricevere quote di partecipazione nella società stessa.
Cosa è CrowdFundMe?
CrowdFundMe è la prima piattaforma di equity crowdfunding per numero di investitori in Italia.
Ha sede a Milano in Via Legnano 28.
E’ autorizzata e vigilata da Consob (da cui è stata anche sanzionata), è attiva dal 2013 e alla data odierna ha registrato un totale di investimenti paria quasi 12 Milioni di Euro in più di 40 operazioni.
Dal 2018 è quotata sull’AIM di Borsa Italiana (mentre scrivo questo articolo è in corso il processo di quotazione).
Il team di CrowdFundMe
CrowdFundMe è a sua volta una startup e ha un team giovane e direi allineato agli schemi delle startup fintech.
Infatti Tommaso Baldissera Pacchetti, CEO e CoFounder, è un giovane professionista con un’esperienza a fianco del padre nella creazione e vendita di un network di cliniche dentistiche (Dr Dentist).
Benedetto Pirro, COO e CoFounder, ha un’esperienza in consulenza e un percorso caratterizzato dalla focalizzazione su Innovazione e Tecnologia.
Il resto del Team è composto da esperti in Innovazione, Digital Marketing e Comunicazione tra cui Giancarlo Vergine che è colui che individua le start up, Carlo Valentini, marketing manager e Francesca Bartolino, specialist comunicazione.
Come funziona CrowdFundMe?
CrowdFundMe permette alle startup e alle PMI di raccogliere soldi online per finanziare la propria impresa.
Ciò avviene tecnicamente tramite l’emissione di nuove azioni o quote societarie da offrire ai nuovi soci e quindi tramite un aumento di capitale dedicato a dotare l’impresa di nuove risorse per finanziare la crescita.
Queste azioni (in caso di SpA) o quote (in caso di Srl) possono essere di tue tipi.
Si distingue infatti tra:
- Quote di tipo A che danno diritti pieni e oltre al diritto patrimoniale anche il diritto di votare in assemblea;
- Quote di tipo B che invece danno solo i diritti patrimoniali.
In ogni caso il Crowdfunder potrà restare in contatto con le imprese finanziate ed essere informato e dare i propri suggerimenti sulla piattaforma.
La sottoscrizione di un progetto avviene materialmente tramite la registrazione sulla piattaforma di CrowdFundMe dove potrai scegliere tra vari progetti che stanno effettuando la raccolta.
Dovrai quindi andare sul sito, cliccare su registrati e inserire i tuoi dati.
Una volta effettuata la registrazione ti basterà cliccare su investi e valutare i vari progetti.
Troverai il business plan, la visura, la presentazione della società e se avrai bisogno potrai porre delle domande direttamente all’impresa nella sezione Q&A.
Se sceglierai di investire potrai cliccare su investi, fare un bonifico sul conto dedicato e perfezionare in questo modo l’investimento.
Quanto devo investire?
Ogni offerta ha un suo investimento minimo, ma per quanto ho visto in genere si può investire a partire da 250 Euro.
Ovviamente questo tipo di investimento ti dà diritto a quote/azioni di classe B, mentre le soglie per acquisire quote di classe A sono nettamente superiori.
Trattandosi di un investimento che prevede la possibilità di perdere l’intero capitale, ti consiglio vivamente di differenziare il tuo portafoglio selezionando più possibili target su cui investire.
Posso vendere le mie quote?
E’ possibile uscire dall’investimento in caso di vendita della società, riacquisto delle quote da parte dell’offerente, quotazione o simili.
Inoltre la normativa ha introdotto di recente il processo di rubricazione, ossia l’intestazione delle quote ad un intermediario, che nel caso specifico di CrowdFundMe è Directa Sim.
Per trasferire le proprie quote non bisogna quindi più rivolgersi a notai o commercialisti e lo scambio di quote può avvenire in minor tempo e a costi contenuti.
Mi auguro che questo possa dare maggiore liquidità e consentire un ulteriore sviluppo del mercato del crowdfunding.
Posso guadagnare con CrowdFundMe?
Le possibilità di guadagnare con CrowdFundMe dipendono dall’andamento dell’azienda in cui hai investito.
Qualora un’impresa vada bene infatti vi sarà la possibilità che qualcuno compri l’azienda e le tue quote ad un prezzo superiore rispetto a quello del tuo investimento.
Vi sarà anche la possibilità che l’azienda distribuisca gli utili e tu ne possa beneficiare in proporzione alle quote possedute.
Vi è ovviamente anche la possibilità che un’impresa non funzioni o magari bruci troppe risorse e non riesca a reperirne di nuove per garantire la sua sopravvivenza.
Attenzione che questo rischio non è remoto e quindi devi stare molto attento, diversificare i tuoi investimenti e non pensare davvero di diventare ricco con questo strumento.
La tassazione e i benefici fiscali dell’equity crowdfunding
Per gli aspetti fiscali e la tassazione dell’eventuale plusvalenza ti consiglio sempre di rivolgerti a degli esperti e di verificare eventuali cambiamenti alle norme in essere.
Comunque ti segnalo che ad oggi il legislatore ha inteso favorire tale strumento introducendo la possibilità per i soggetti persone fisiche che investono o hanno investito nell’anno 2018 in Start up e PMI innovative una detrazione ai fini IRPEF lorda (quindi calcolata sul reddito) pari al 30% della somma investita, per un valore massimo di investimenti pari a 1.000.000 € l’anno.
Quindi ipotizzando di investire 1.000 Euro potrai avere un beneficio fiscale di 300 Euro.
Agevolazione analoga è presente anche per le persone giuridiche a cui spetterà una deduzione sull’imponibile IRES pari al 30% su un massimo di investimento pari a 1.800.000.
Se vuoi approfondire i benefici fiscali previsti dalla legge per gli investimenti in Start-up e PMI innovative scarica la Guida di CrowdFundMe.
Quali sono i punti critici di CrowdFundMe?
Iniziamo dallo strumento dell’equity crowdfunding che per sua natura permette di investire in aziende in fase iniziale o comunque con alto potenziale.
Ciò significa che il rischio dell’investimento è molto alto.
Vi sono si grandi possibilità di crescita, ma è alto il rischio di fallimento.
In aggiunta vi è una certa illiquidità dell’investimento, in parte risolta da CrowdFundMe tramite la rubricazione.
Per quanto riguarda invece la piattaforma, mi sembra molto ben fatta ma:
- i progetti interessanti sono ancora pochi;
- l’investimento minimo è comunque non banale;
- la documentazione sui singoli progetti non è sempre omogenea e completa.
Sul primo punto penso sia solo una questione di tempo anche se vi è sempre il rischio che i progetti più interessanti non arrivino su questi mercati, ma restino riservati agli investitori professionisti.
Sul secondo punto rilevo solo come sarebbe molto bello se venisse abbassata la soglia minima di investimento a 50/100 Euro. Trattandosi di un investimento altamente speculativo, la soglia odierna (solitamente di 250 Euro) è in molti casi una barriera. Crowdcube per esempio ha una soglia minima di 10 sterline ed è quindi molto più “democratico”.
Sul terzo aspetto penso CrowdFundMe debba migliorare.
Oggi si punta molto ad un coinvolgimento emotivo e a trasformare gli investitori in supporter.
Sicuramente è un ottimo approccio che aumenta anche la possibilità di successo delle start-up, perché gli investitori diventano sponsor dell’iniziativa.
Mi piacerebbe però avere qualche dato in più sulle imprese con un martellamento sugli economics delle iniziative che dovrebbero essere presentate in maniera standard ed omogenea.
Comprendo che molte imprese sono ancora in una fase embrionale, ma forse si potrebbe fare di più.
Una possibile soluzione sarebbe l’introduzione di una sorta di certificazione dei progetti da parte di un ente terzo qualificato a tal fine.
Si potrebbe ipotizzare in tal senso un processo semplificato di due diligence, integrato da una valutazione effettuata secondo criteri condivisi.
Il processo di valutazione è infatti quello più critico e discrezionale ed è anche fondamentale per l’investitore.
Ecco perché se decidi di diventare un investitore in tale ambito ti consiglio di integrare quanto già presente in piattaforma.
Dovrai studiare, sfruttare le sezioni di Q&A per i singoli investimenti, valutare tutti i rischi delle start up e rimanere in contatto con le imprese.
Insomma non basta conoscere e capire come funziona un progetto, ma devi comprendere i numeri dello stesso e le reali possibilità di sviluppo e di generare redditi.
Devi anche chiederti sempre perché un imprenditore decide di rivolgersi a questo mercato piuttosto che chiedere soldi alle Banche o a investitori professionali.
Conclusioni
Se sei un investitore nato e vuoi provare l’emozione di contribuire ad una start up CrowdFundMe fa sicuramente per te.
Grazie anche al vantaggio fiscale penso possa essere un bello strumento per investire come un Business Angel.
Potrai aiutare giovani imprese a crescere rapidamente e se va bene potrai vedere il valore delle tue quote moltiplicato.
Se va male ovviamente perderai tutto, quindi attenzione.
Ritengo che l’ampliarsi della conoscenza dello strumento e del numero di investitori comporteranno una costante evoluzione e sempre una maggiore trasparenza e liquidità dell’investimento.
Più il mercato crescerà e più arriveranno ad utilizzarlo anche imprese che oggi si rivolgono in primis ad investitori professionisti.
Sarebbe bello un domani un mercato in cui ad investire a fianco dei privati ci siano fondi e investitori professionali senza asimmetria informativa.
Io nel 2019 continuerò a valutare i progetti proposti e ti renderò partecipe dei miei investimenti.
E tu hai già provato CrowdFundMe o altre piattaforme? Cosa ne pensi?
Se hai dei dubbi o vuoi raccontarmi la tua esperienza ovviamente scrivila nei commenti.
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