E’ ormai Ottobre, fa ancora caldo e questo mi fa pensare che manchino ancora molti giorni prima della Fine di questo 2023. Invece l’estate è finita, l’autunno avanza e, anche se ci separano ancora tre mesi dalla fine di questo anno, arriva il momento in cui è importante tirare le Somme e guardare al futuro. In questo post troverai quindi un breve recap delle mie finanze unito alle considerazioni su cosa mi piacerebbe fare per il futuro. Ma non perdiamo tempo e cominciamo.

Ogni tanto penso di aver raggiunto un buon punto nel mio percorso verso la Ricchezza.
Non mi manca nulla di particolare.
Certo ancora oggi sento il peso di alcune rinunce, ma riesco a gestirle con tranquillità e con un po’ di programmazione.
Preferisco una passeggiata ad un aperitivo e una maglietta tinta unita senza brand a una t-shirt con un bel logo in evidenza.
Anche io (in realtà) vedo il conto pressoché sempre vuoto, avendo la tendenza a investire tutto quello che ho.
Probabilmente l’ansia da investimento deve avere un nome in chi studia la Finanza, ma non lo ho ancora trovato.
No la mia non è FOMO (Fear of Missing Out).
Quello che provo è più simile alla febbre che prova un giocatore di fronte alle macchinette.
I mercati sono così variegati che ho fretta di provare nuove idee e alla fine non ho mai liquidità in eccesso sul conto.
E i mercati di questo fine 2023 sono interessanti.
Con i Tassi in crescita e lo Spread in salita potremmo trovarci di fronte a rendimenti dei titoli di Stato davvero irrinunciabili.
Stiamo a vedere, ma devo dire che avanzando nella vita non mi dispiace l’idea di inserire nel mio portafoglio obbligazioni, azioni da dividendo e (forse) anche certificati.
Continuo ad essere un inguaribile sperimentatore e quindi in questi ultimi mesi non mancano le novità nel mio portafoglio.
E di queste ti voglio parlare.
Questo post sarà un po’ meno organico rispetto a quello di Agosto, a cui ti rimando qualora volessi avere un quadro più chiaro di dove investo e come gestisco il mio denaro.
In questo articolo
Crowdfunding
E’ da un po’ che ti voglio parlare dei soldi che ho deciso di investire su Crowdfundme, una piattaforma di equity crowdfunding quotata alla Borsa di Milano su cui è possibile finanziare le proprie idee e investire in imprese innovative.
Prima dell’estate ho deciso di destinare 1.000 Euro a Easyglamping, una società che intende realizzare una serie di Glamping (campeggi di lusso), a partire dal primo a Villasimius in Sardegna.
L’ idea è di Enrico Pandian, uno startupper seriale che ha, tra le altre iniziative, promosso Supermercato24 (oggi Everli) e che è una figura riconosciuta nel mondo Venture Capital.
Nello specifico ho comprato delle azioni speciali, munite di soli diritti patrimoniali e non di diritti amministrativi e di voto, ma che danno diritto a un potenziale ritorno economico interessante.
Infatti la società si impegna a riacquistare tali azioni dopo 12 mesi garantendo un tasso dell’8% annuo per i primi 10 anni, destinando a tale scopo una parte degli utili che stima di generare sin dal primo anno.
L’investimento in questo strumento consente infine anche delle Detrazioni fiscali.
L’ emittente infatti è una startup innovativa, questo permette all’investitore di ottenere una detrazione fiscale del 30% delle somme investite.
E quindi dove sta la fregatura?
Se hai mai investito in queste piattaforme lo sai già perfettamente.
L’ investimento in una start up è ricco di incognite.
E la prima difficoltà che è emersa (una rivendicazione di un terzo sul nome dato all’iniziativa) mi ha fatto riflettere sulla natura di queste società, che sono estremamente rischiose e spesso un po’ improvvisate.
La possibilità di realizzare utili si scontrerà con la realtà, le autorizzazioni, le prenotazioni e le effettive entrate.
Dovrà fare i conti con la formazione di una squadra di successo e con la rapidità d’esecuzione.
Il mio investimento invece potrà ottenere una buona remunerazione, ma difficilmente mi renderà ricco.
Siamo infatti di fronte a una realtà appena nata in cui la crescita sarà continuamente accompagnata da nuove raccolte di capitali con conseguenti nuovi esborsi e/o rischio di continua diluizione.
Non siamo quindi di fronte all’investimento che mi renderà ricco o che mi permetterà di influire sul futuro di questa società.
Perché l’ho fatto?
Mi piaceva l’idea di partecipare a questa iniziativa per comprendere un po’ meglio i meccanismi di queste operazioni.
Avevo infatti già investito in iniziative simili, ma su piattaforme estere (i.e. Crowdcube).
Devo dire che qui delle poche centinaia di Euro investite non ho mai visto nulla indietro a fronte di 13 partecipazioni in aziende fintech europee.
Anzi ho visto un paio di fallimenti tra cui ricordo sempre con piacere Oval, guidata da Benedetta Arese Lucini che oggi è tornata sulla scena con Smart Bank, una banca di cui capiremo l’offerta e Claudio Bedino , che oggi guida N26 in Italia e nel Sud Europa.
Insomma volevo capire meglio i meccanismi societari, partecipare a qualche assemblea e simili.
Per il momento sono soddisfatto della linea comunicativa instaurata dal management della società, ma ovviamente vediamo come andrà la prima stagione turistica.
Certificati
Recentemente sono stato sedotto da alcuni strumenti complessi, ma con un’interessante potenziale, i certificati.
I Certificati, in sintesi, sono strumenti finanziari strutturati e derivati, negoziati su mercati regolamentati, che vengono realizzati attraverso strategie composte con le opzioni e che, attraverso una gestione passiva, permettono di investire in un’attività finanziaria (i.e. sottostante) replicandone l’andamento con o senza effetto leva.
Esistono diversi tipi di certificati (i.e. a capitale protetto, a capitale condizionatamente protetto, a capitale non protetto, a leva, credit link notes) adatti un po’ per l’intero paniere degli investitori.
In particolare, la mia preferenza va verso la categoria di certificati denominati Cash Collect che sono certificati a capitale condizionatamente protetto che permettono di ricevere un premio costante in occasione delle date di rilevazione (i.e. mensile) se il prezzo del sottostante è superiore ad un determinato livello di prezzo.
A scadenza garantiscono il rimborso del capitale se il prezzo del sottostante si mantiene sopra una determinato livello di prezzo denominato barriera.
In caso contrario perdono la protezione di prezzo e il prezzo di rimborso diventa collegato all’andamento del sottostante.
Al momento ho comprato 3 certificati con diversi sottostanti che mi dovrebbero permettere di compensare velocemente le minusvalenze che ho in portafoglio ottenendo un buon flusso di premi mensili.

Cosa penso dei certificati come investimento?
E’ innegabile la crescita registrata da questo strumento nei portafogli degli investitori.
Il perché è abbastanza semplice.
Permettono di ottenere una Rendita dal proprio capitale, investendo nei mercati senza esporsi totalmente alla volatilità del mercato.
Hanno anche un certo Vantaggio Fiscale, consentendo il recupero di minusvalenze pregresse.
Infatti i premi ottenuti vengono considerati redditi diversi e possono essere compensati con le minusvalenze accumulate su ETF, azioni, obbligazioni.
Espongono tuttavia al Rischio Emittente non offrendo tutela in caso di fallimento dello stesso.
Non sono inoltre semplici da comprendere e da monitorare, soprattutto quando aumentano il numero di strumenti detenuti in portafoglio.
Alcuni strumenti hanno peraltro più di un sottostante aumentandone quindi complessità e difficoltà di gestione.
Ci sono poi un’infinità di meccanismi con cui non è immediato entrare in confidenza.
Non sono sempre liquidi e ben scambiati.
Infine, argomento che ci dovrebbe far accendere una lampadina, sono molto amati dai promotori e dagli istituti emittenti visti gli alti costi di collocamento e strutturazione.
Ecco perché andrebbe evitata la sottoscrizione in fase di collocamento dove si pagano alti costi, evitabili se acquistati sul mercato secondario.
Per quanto mi riguarda continuerò a studiare lo strumento con l’idea di destinare al massimo il 10% del mio Patrimonio Finanziario a questo strumento.
Opzioni – Gira la Ruota
Da inizio Aprile ho aperto un conto Interactive Brokers versando inizialmente 2.000 Euro.
Alimento questo conto con i guadagni ottenuti grazie alle mie attività online e grazie ai dividendi ottenuti sui miei ETF a distribuzione (GLDV).
E ovviamente anche grazie alla operatività in opzioni.
Oggi il conto segna poco più di 2.300 Euro grazie a un’operatività costante e qualche esiguo trasferimento.

La mia idea (ovviamente ampiamente praticata da altri investitori) è quella di vendere opzioni PUT su titoli per cui posso anche rischiare di essere assegnato.
In caso di assegnazione, come successo su SNAP (Snapchat) vendo CALL con la speranza di essere assegnato per poi tornare a vendere PUT.
Devo dire che in questa fase di mercato il gioco della ruota funziona abbastanza bene.
Compro ogni mese due opzioni con scadenza circa 25/30 giorni e per ora incasso regolarmente, senza grandi preoccupazioni.
Il mio conto Interactive oggi ammonta a circa 2.300 Euro.
Continuo ad operare senza leva, ma devo dire che non mi dispiacerebbe invece aumentare il taglio delle operazioni versando nuovo capitale.
Ho sempre detto che mi piacerebbe destinare entro l’anno almeno 5.000 Euro a questa operatività.
Questo perché potrei anche accedere ad un paniere di azioni più ampio e ad alcuni titoli che mi piacciono.
Pensavo di riuscire finalmente a chiudere il capitolo Telecom a settembre, destinando una parte dei proventi (magari la plusvalenza) a questa attività.
Invece c’è stata l’ennesima proroga che ha fatto slittare a metà Ottobre (magari) la chiusura dell’operazione.
Oggi la mia operatività sulle opzioni genera oggi una cifra molto esigua, ma pochissima attività e scarse preoccupazioni.
Continuerò così.
Conclusioni
C’è un amico che mi prende spesso in giro perché ogni volta che gli parlo dei miei investimenti, scopro, nel parlare, qualcosa di nuovo e di cui mi ero dimenticato.
Ed è effettivamente così.
Mi piace talmente sperimentare che ogni tanto mi dimentico di avere qualcosa.
Del resto ho ormai alle spalle più della metà della vita (forse no) in cui ho accumulato e provato servizi, prodotti e interagito con tantissime realtà.
In un’intervista a un manager di successo, una volta lessi che ti accorgi di essere ricco quando non sei più in grado di individuare con certezza quanti soldi hai.
Nel mio caso è ancora tutto sotto controllo, ma sempre di più c’è un portafoglio principale a cui si affiancano esperimenti, portafogli paralleli e svariate code.
Mi piace occuparmene anche se è importante non perdere mai il controllo e distinguere le priorità da ciò che poco importa.
Vediamo intanto se ottobre potrà essere il momento giusto per chiudere un paio di posizioni (i.e. vino, TIM) liberando liquidità da destinare a nuove sperimentazioni e alle occasioni che il mercato sembra nuovamente proporre.
Nel frattempo mi pare di aver preso una buona traiettoria perché, se escludo le digressioni come quelle che ti ho voluto raccontare oggi, il mio portafoglio è saldamente investito in strumenti per il lungo termine in accordo con i miei obiettivi.
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